Diceva Mark Twain, "E' più facile ingannare la gente piuttosto che convincerla di essere stata ingannata"
Omero è una continua fonte di frustrazione per gli archeologi, per i filologi e tutti i commentatori... centinaia di pagine con migliaia di nomi, eventi, riferimenti, località ecc. che però finiscono con il confondere le idee anziché aiutarci a chiarirle. Ma se invece la soluzione fosse diversa da quelle faticosamente elaborate nei secoli dai letterati? Perché Omero continuava a lodare l'arte dell'inganno? Perché dormiva... o perché è lui che ha ingannato tutti per 3000 anni? E i miti sono soltanto delle belle favole oppure nascono da eventi reali di cui si comincia solo ora a intravvedere l'origine?

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venerdì 15 giugno 2018

ACHILLE E IL METEORITE

ACHILLE E IL METEORITE L’episodio della strage dei Proci (Odissea libro XXI e seguenti) è l’unico in cui si faccia cenno ad armi di ferro, e Ulisse rimprovera ai pretendenti la grave colpa di

non temere gli dei, che l’ampio cielo possiedono (XXII, 39)

ripetendo la frase usata la sera prima da Telemaco. Come ci fa capire lo stesso Omero per bocca di Eumeo (Od. XV, 328), per gli antichi il cielo era sede degli dei ed era fatto di ferro, un’idea nata forse dall’osservazione della caduta di qualche grossa meteorite ferrosa; ed è interessante notare come il nome greco del ferro, sideros, sia praticamente uguale al nome latino delle stelle, sidera. Sembra assurdo, ma fino a due secoli fa molti scienziati non credevano che le meteoriti cadessero dal cielo, e attribuivano sprezzantemente le innumerevoli testimonianze ad allucinazioni e imbrogli di varia natura. Curiosamente, durante una battaglia nell'Iliade si dice

In questo modo lottavano, e ferreo tumulto
giungeva al cielo di bronzo (Il. XVII 424-425)

questo può forse indicarci che ci troviamo proprio in un periodo di transizione tra l'età del bronzo e l'età del ferro. Omero usa spesso l'espressione "cuore di ferro", per indicare un animo particolarmente forte e duro, il che dimostra che conosceva bene tale metallo. Nei giochi funebri in onore di Patroclo, un grosso disco (o masso, o globo, a seconda di come viene tradotta la parola σόλον, solon ) di ferro grezzo viene usato per una gara di lancio e poi assegnato come premio al vincitore, dicendo che sarebbe stato sufficiente per cinque anni per un pastore e un aratore (Il., XXIII, 826-850). Quindi il ferro era ancora un metallo prezioso, ma il suo valore cominciava a diminuire e a non essere più un prodotto assolutamente elitario, anche se è possibile che quello strano "disco" fosse proprio un meteorite ferroso. Mi è venuto quindi l'uzzolo di controllare diverse traduzioni straniere: in quella in inglese di Robert Fitzgerald del 1974 (Oxford University Press) il termine σόλον è tradotto proprio direttamente con "meteorite" senza problemi, ma questa indicazione, per quanto ne so, è sempre stata bellamente ignorata da tutti gli altri traduttori. E dire che questo significato viene riportato anche nel Dictionnaire étymologique de la langue grecque, di Pierre Chantraine (Parigi, Klincksieck, 1968); subito dopo solon, nel dizionario viene esaminato il nome del legislatore greco Solone, Σόλων , dicendo che non se ne conosce l’etimologia, ma potremmo desumere che avesse un significato attinente a un ”uomo di ferro, venuto dal cielo” o qualcosa di simile.
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